Cos’è il campionamento?

Il campionamento del terreno consiste nel prelievo mirato di una porzione di suolo che sarà la base per definire quali materiali (sostanza organica e concimi minerali) sarà necessario somministrare al terreno stesso per poterne migliorare struttura e fertilità. Per espletare questa sua funzione il campione deve essere di qualità.

Cosa si intende per qualità del campione? 

Per buona qualità del campione si intende la capacità di questo di rappresentare il terreno che vogliamo migliorare.

Quali sono le accortezze da considerare ogni qual volta si prelevi un campione?  

Il campione può essere prelevato in ogni momento dell’anno, a patto che vengano segnalate le eventuali condizioni anomale che non siamo riusciti ad evitare, quali siccità, terreno troppo bagnato, concimazioni subito prima del prelievo, ecc. Grazie alla segnalazione di tutte le “anomalie” è possibile costruire una buona base su cui ragionare e trovare il miglior piano d’azione per equilibrare il nostro terreno.

Ove possibile è preferibile evitare che l’area soggetta a campionamento stia soffrendo da una lunga siccità, che nessuna applicazione di zolfo sia stata fatta negli ultimi 6 mesi e nessuna applicazione di azoto sia stata somministrata negli ultimi 30 giorni.

È bene precisare che se negli ultimi 2 anni nessun campione è mai stato prelevato, il miglior momento per raccogliere il campione è non appena le condizioni lo permettono.

Quando si parla di campionamento del terreno si deve essere consapevoli che le variabili che influiscono sui livelli dei nutrienti contenuti nel suolo sono numerose. Un esempio di queste variabili potrebbe essere il periodo in cui il campione viene effettuato. Se per esempio decidessimo di farlo in primavera, il terreno mostrerà la propria fertilità al suo miglior stadio e in questo caso avremo anche il tempo per redigere un piano di concimazione per la stagione produttiva.

Se possibile, è buona pratica raccogliere un campione all’anno, specialmente se il nostro scopo è quello di ridurre i costi di produzione e massimizzare la qualità dei nostri prodotti.

Come associare il campione al corrispettivo terreno?  

Il riconoscimento dei terreni e l’associazione di questi ai corrispettivi campioni è di fondamentale importanza per il successo della nostra operazione.

Il disegno di una mappa dell’area in esame è cosa necessaria. Una buona mappa fa del campionamento un’operazione ripetibile anno dopo anno ed è di notevole aiuto quando sarà tempo di fertilizzare il campo. Permetterà inoltre di conservare uno storico e di associare i miglioramenti nella qualità dei prodotti al terreno di appartenenza.

Per il riconoscimento dei campi soggetti a campionamento è consigliabile far riferimento ad elementi fissi che rimangono presenti nel territorio nel lungo periodo (quali case, fossi, linee elettriche, ecc); o meglio ancora se si usano applicazioni geo-referenziate quali GIS o simili.

Una volta costruita la mappa, i campi sotto esame vanno suddivisi tra di loro in base al tipo di utilizzo, all’uniformità di crescita delle piante e altre caratteristiche quali: pendenza, tessitura, drenaggio ecc.

Mi raccomando: ogni area individuata deve avere lo stesso passato in termini di colture allevate e concimazioni effettuate.

Nel campionamento è bene assegnare a ogni area una numerazione differente così da identificarla facilmente.

Un esempio di corretto campionamento e numerazione dello stesso potrebbe essere il seguente:

  • Si suppone che il campo numero 2 sia formato da tre aree:

-A porzione a frutteto;

-B area con notevole pendenza e terreno in erosione;

-C porzione a seminativo.

  • essendo il campo in esame il numero 2, le varie porzioni assumeranno i codici:

-2 A

-2 B

-2 C

-ecc

Quanta superficie si può coprire con un campione? E quali gli accorgimenti da osservare?

L’area totale coperta da ciascun campione è bene non superi i 7-8 ettari se è il primo anno in cui viene fatto questo test, anche se si nota una somiglianza tra le varie porzioni del campo.

Come già accennato, porzioni nelle quali si fanno differenti quantità di raccolto, in cui crescono piante che si sviluppano in modo differente le une dalle altre, oppure crescono diverse specie di infestanti, vanno campionate separatamente. Nell’anno successivo, sapendo ora la composizione del nostro campo, sarà possibile includere più campioni in uno, previa verifica che le caratteristiche del terreno coincidano.

Nel prelevare i campioni è bene stare a una distanza di almeno 90 metri da strade sterrate in sassi e ghiaia ed almeno 6 metri lontano dai confini del campo.

Si deve evitare di includere nel campione i seguenti elementi:

  • Porzioni di terreno eroso, specialmente dove ci sono pendenze;
  • Terrazze, lati dei fossi, porzioni di suolo dove prima c’erano stradine di ghiaia, o linee di recinzioni;
  • Escrementi di animali, parti con notevoli quantità di urine, zone designate a bruciare resti organici, vecchio letame, paglia o fieno;
  • Aree attorno alle stalle, ripari per animali;
  • Calcare, fertilizzanti;
  • Evitare i solchi;
  • Evitare dove sono stati da poco applicati zolfo e azoto;
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Esempio campione di terreno

Quale strumento utilizzare per prelevare il campione di terreno? E quanti i prelievi per campo? 

Il carotatore è lo strumento che serve per prelevare il campione di terreno dal campo. Questo strumento è piuttosto semplice e si presenta con un tubo dotato di manico e cestello raccoglitore che termina con una punta più o meno affilata che aiuta l’operatore ad andare in profondità infilando punta e cestello raccoglitore alla profondità stabilita.

La profondità di prelievo generalmente è di 15-18 cm per terreno lavorato (seminativi), mentre per colture quali vigneti, frutteti, prati, dove il suolo non viene lavorato a livello profondo, sono sufficienti 10 cm di profondità di prelievo.

Una regola generale potrebbe essere quella di fare un prelievo ogni 50-100 passi.

Se l’area soggetta a campionamento è piuttosto piccola, saranno comunque necessari almeno 5-6 prelievi, mentre su aree più grandi si faranno 1-2 prelievi per ettaro.

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Esempio di campionamento di terreno

Quali sono i trattamenti post-raccolta del campione?

Il suolo può essere tranquillamente contenuto in sacchetti di plastica con chiusura zip-loc. Mi raccomando: usare sempre sacchetti nuovi e puliti.

Per numerare i sacchetti è consigliabile applicare del nastro adesivo sul sacchetto per poi scriverci sopra il numero del campione. In questo modo il numero rimarrà sempre leggibile nel tempo.

I vari campioni una volta prelevati vanno mescolati tra loro per ottenere il campione finale. Del campione finale basterà prelevare 250g di terreno da inviare al laboratorio per le analisi.

Bada bene: il campione finale da inviare al laboratorio non va asciugato in forno. L’asciugatura al sole è più che sufficiente.

Conclusioni: 

L’utilizzo della campionatura e dell’analisi chimica del terreno sono operazioni necessarie per una corretta gestione delle risorse aziendali nel loro insieme. In questo modo si applicheranno i fertilizzanti che realmente il terreno necessita e porteremo la fertilità del suolo ad un altro livello. Ad un miglioramento della salute del terreno corrisponderà un miglioramento delle qualità dei prodotti agricoli. Questo è assodato ed accadrà.

Come è vero che non è tutto oro quello che luccica, nell’utilizzare queste tecniche dovremo prepararci a rispettare delle tempistiche alle volte lunghe, e un sistema manageriale più articolato che però con il tempo porterà sicuramente ad un risultato in termini di qualità ed economicità del processo produttivo.

Concludo augurando buon campionamento a tutti!